Colore e accessibilità: Color ADD di Miguel Neiva al X IA Summit 2016 di Roma

Durante l’ultimo IA Summit Italiano di Roma mi sono imbattua nel progetto Color ADD di Miguel Neiva dedicato al colore a accessibilità, non solo nel mondo digitale.


SUMMIT X, ROMA 2016

Confesso che odio le sessioni parallele alle conferenze. Mi danno la sensazione di perdermi qualcosa di importante, di essere nel momento giusto nel posto sbagliato…
Della scacchiera degli interventi che ho ascoltato al X Summit Italiano di Archiettura dell’Informazione – che si è tenuto a Roma l’11 e 12 novembre 2016 – sono invece assai soddsfatta. 😉

Annamaria Testa: Le vie del Senso, Carocci, 2004
Annamaria Testa: Le vie del senso, 2004

Tema dell’evento: Lasciare il segno.
Sicuramente alcuni speech sono stati particolarmente incisivi. Uno tra tutti, quello di Annamaria Testa – sa va sans dire – Tra dire e mostrare potentemente illustrato dalle immagini di Donald Trump che hanno invaso i media negli ultimi tempi. Della Testa seguo il blog Nuovo e Utile o gli interventi su Internazionale. Spesso ho lavorato con i miei studenti sul concetto di dissonanza cognitiva partendo dal saggio breve Le vie del senso. Come dire cose opposte con le stesse parole – pubblicato nel 2004 da Carocci – per spiegare alcuni dei concetti della retorica visiva, o, verbo-figurale, come veniva definita in un convegno del 1985 da Eco.
Tuttavia, l’intervento che ha lasciato il segno è quello di Neiva su di un sistema “universale” per rendere accessibili i colori.
Ma andiamo con ordine.

COLORE E ACCESSIBILITÀ: UN OSSIMORO?

Chi lavora nel digitale da qualche anno, diciamo almeno dal 2004 quando in Italia è stata promulgata la legge 4/2004: “Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici”Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici ” o legge Stanca, è abbastanza consapevole del problema. Il W3C ha lanciato, già negli anni ’90, la Web Accessibility Initiative (WAI) per sensibilizzare designer e sviluppatori al problema dell’accessibilità. Quest’ultima fa parte dell’Universal Design una filosofia progettuale tesa all’inclusività, declinata in Design for all in Europa con la Dichiarazione di Stoccolma del 2004. Il problema della visione dei colori ne è un aspetto cruciale poiché il segno cromatico è centrale in molte interazioni che abbiamo sia con l’ecosistema digitale, sia nel mondo fisico.

Mappa metro per daltonici
Un dettaglio della mappa della metro di Londra: normale e come viene percepita da un daltonico

Secondo i dati dell’IAPB – International Agency for the Prevention of Blindness, circa l‘8% degli uomini e lo 0,4% delle donne sono daltoniche totali o parziali, non vedono cioè i colori. Quando si parla di accessibilità si pensa, semplicisticamente, che la mancata visione dei colori non sia “realmente” una forma di disabilità. Tuttavia, pur non essendo troppo limitante, genera diversi problemi d’interazione nella quotidianità.
Non da ultimo la sensazione di inadeguatezza o di esclusione.

COLOR ADD. COLORI PER TUTTI

Provate a immaginarvi una vita “in bianco e nero”…
Molte informazioni, prescrizioni, indicazioni – soprattutto in contesti ambientali e sociali– sono codificate tramite l’uso dei colori: un semaforo, le linee della metropolitana, la matita blu e rossa della maestra… 😉

Il progetto Colore ADD – Color Identification System presentato da Miguel Neiva si propone come soluzione universale in questi e in molti altri ambiti della vita dei daltonici.
Il sistema si compone di una serie di figure geometriche elementari combinabili tra loro – come lo sono i colori – che permette di mappare e tradurre il messaggio cromatico in simbolico.
Le applicazioni sono pressoché inifinite e cruciali: la segnaletica e le piantine delle metropolitane, nel sito viene proposta una possibilie applicazione alla Metropolitana di Porto attualmente costruzione. O nel settore sanitario: i colori con cui si viene classificati quando si inizia il triage ospedaliero, le indicazioni ambientali per orientarsi, ma anche la classificazione dei medicinali.

Il progetto abbraccia anche ambiti meno necessari e apparentemente effimeri come quello del gioco e della scuola. Ma il sistema non ha solo una funzione strumentale e utilitaristica. Anzi, vuole fortemente supportare la dimensione inclusiva: anche i bambini daltonici possono così condividere e partecipare ad attività educative e ricreative – come disegnare o fare il cubo di Rubik – in cui il daltonismo li metterebbe, altrimenti, in una condizione di esclusione.

MOLTI APPLAUSI E UNA CRITICA

Il progetto ha un grandisso valore e sarebbe interessante capire se avrà la forza di diventare uno standard sia nel mondo reale che nel digitale.

Tuttavia, da visual designer, mi permetto di fare un appunto critico. La scelta di adottare un unico segno – il triangolo – orientato specularmente può generare parecchia confusione, a seconda di come tengo un oggetto.

Simboli e colori nel sistema Color ADD
ColorADD: corrispondenza tra segni grafici e colori primari (a sinistra) e alcune combinazioni dei colori secondari (a destra).

Da un lato comporta un inutile attrito cognitivo: anche quando lo vedo in un contesto non ambiguo (un pannello segnaletico fisso per esempio) devo comunque chiedermi se si tratti del blu o del rosso. Quando di tratta di oggetti mobili l’errato orientamento porta al fraintendimento: se, per sbaglio, tengo l’oggetto capovolto, sarò indotta a credere che sia blu, quando, invece, è rosso e viceversa.
Insomma, un po’ come, all’immancabile tombola di capodanno, scoppia la rissa quando esce il 9, ah no, non è il 6?! 😉

E PER CHI SE LO FOSSE PERSO, C’È IL TED TALK!

Colpa mia che non bazzico (mai) abbastanza i TED Talk! Al contempo, apprezzo quel brivido di serendipty che mi ha regalato la conferenza permettendomi di scoprire qualcosa di interessate. 😉


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