Metodi e strumenti di ricerca Human-Centered per designer

Qui è dove vi propongo dieci libri e tre risorse che presentano alcuni dei metodi e strumenti di ricerca Human-Centered che i designer – e non solo – farebbero bene a conoscere e praticare.

Dieci libri di metodi e strumenti di ricerca Human-Centered per designer

1. Hall, E. (2013). Just enough research. San Francisco: A Book Apart

Il libro considera la ricerca non una sovrastruttura o un appannaggio dei ricercatori, appunto, ma una pratica che entra nei processi progettuali. In particolare la Hall si focalizza e presenta diversi approcci e metodi che coinvolgono direttamente o indirettamente gli utenti: Organizational Research, User Research, Competitive Research, Evaluative Research, Analysis and Models, Quantitative Research.
Come tutti i libri di A Book Apart non è disponibile in italiano, tuttavia nella versione italianalistapart trovate parte dei contributi della ezine tradotti.

Il capitolo dedicato alle interviste (user research nel libro) – è disponbile anche come articolo su Alistapart.

2. Traves, A. (2013). A pocket guide to Interviewing for research. Penarth, Uk: Five Simple Step

La casa editrice indipendente Five Simple Steps fondata da Emma e Mark Boulton purtroppo non esiste più, ma molti dei suoi autori hanno messo a disposizione la versione digitale dei loro contributi.

La guida di Traves parte dal principio di empatia, che ogni designer dovrebbe fare proprio. Una qualità che si può apprendere con il tempo: parlando alle persone, facendo domande, ascoltando, comprendendo i comportamenti e, non ultimo, sfidando i propri bias e pregiudizi.
Il volume affronta passo a passo come affrontare una intervista, se si vogliono ottenere i giusti insight per poter prendere delle decisioni di design consapevoli guidate dalle interviste.
Il processo è oranizzato in 5 fasi: 1) Recruiting; 2) Preapazione; 3) Conduzione dell’intervista vera e propria; 4) Documentazione: il cosa e il come; 5) Sintesi per tradurre le osservazioni in insight.

Per certi aspetti, è il libro complementare a quello di Krug, pur non trattando di etnografia, test da remoto o user test.

3. Mc Farland, C. (2013). A pocket guide to Experiemets for designers. Penarth, Uk: Five Simple Step

Secondo manuale di FSS, dedicato questa volta agli espermenti di A/B testing. La metodologia permette di valutare l’impatto, l’apprezzamento e l’efficacia di comunicazioni spesso analoghe nel contenuto, ma differenti nella presentazione, tramite gli strumenti di Analytics offerti da Google. Un modo per capire cosa funziona e cosa no con gli utenti.

4. Babbie, (2010). Ricerca sociale. 4a ed. Milano: Apogeo

Testo classico e generale per quanto riguarda la ricerca sociale. Il percorso del libro è metodologico e di impostazione sui modi di fare ricerca.
Partendo dalle teorie del settore (prima parte), spiega come si struttura un disegno di ricerca, affronta il tema della misurazione. Nella terza parte propone e analizza le modalità di osservazione, fino a passare, nella quarta, all’analisi dei dati, sia che si tratti di ricerca qualitativa sia di ricerca quantitativa. Infine, l’ultimo capitolo aiuta a capire, per chi si occupa di ricerca, come leggere – per fare per esempio una ricognizione dello stato dell’arte – e come scriverne.
Forse lo leggerei direttamente in inglese per acquisire la terminologia corretta per una successiva divulgazione internazionale.

5. Jenn + Ken Visocky O’Grady (2009). A Designer’s Research Manual: Succeed in Design by Knowing Your Clients and What They Really Need (Design Field Guide). Rockport

Questo è un libro a cui sono particolarmente affezionata perché è tra i pochi a proporre anche metodi di ricerca di/per il visual design. Ricco di rimandi, casi studio (ancora molto validi malgrado gli anni), suggerimenti di esperti e immagini, il volume è strutturato in diverse sezioni in cui ciascun approccio è sintetizzato in una scheda.
Tra i macro temi trattati: 1) Methods + theory. An overview in graphic design; 2) Practicing research-driven design; 3) Tailoring research methodology; 4) Research at work. Case studies.

6. Krug, S. (2009). Rocket Surgery Made Easy: The Do-It-Yourself Guide to Finding and Fixing Usability Problems. Berkley, CA: New Riders

Il libro è stato tradotto anche in italiano con il titolo meno ironico di Usabilità.. Individuare e risolvere i problemi. So che molti Ux designer “ortodossi” e altri ricercatori non apprezzano il modo pragmatico, diretto ed estremamente pratico di K., tuttavia – complici anche le vignette e la lievità della lettura – trovo che sia un’ottima risorsa per chi deve cominciare. Le attività sono spiegate in maniera chiara e corredata da suggerimenti, approfondimenti, reminder e format su come preparare la documentazione o su come svolgere i vari task. Compresi quelli infidi come ricordarsi di accendere il registratore quando si inizia una sessione di user test! 😀

7. Ferlazzo, F. (2005). Metodi di ergonomia cognitiva. Roma: Carocci

Focalizzato sui soli aspetti di ergonomia cognitiva, il testo è quasi un bigino (senza nulla togliere! ;). Veloce da leggere e molto sintetico presenta alcuni strumenti chiave come il concetto di misura (capitolo 2) e, al contrario, come valutare senza misurare (capitolo 6).

Il libro, andrebbe forse letto insieme al volumetto Che cos’è l’ergonomia cognitiva scritto da Francesco Nocera nel 2004, sempre per Carocci. In esso questa branca disciplinare viene inquadrata teoricamente e concettuamente fornendo il contesto in cui inserire e applicare i metodi di ricerca.

8. Rizzo, F. (2009). Strategie di co-design. Teorie, metodi e strumenti per progettare con gli utenti. Milano: Franco Angeli

Secondo me, uno dei testi fondamentali, almeno sul mercato editoriale italiano, sul tema del co-design. Corredato dalla premessa di Ezio Manzini, il volume della Rizzo parte dalla storie dell’approccio user-centered per descrivere, nella seconda parte, i metodi di indagine e di coinvolgimento degli utenti. In particolare, tra le attività partecipative – orientate soprattutto al product e al serive cedesign – vengono discusse le cosiddette cultural o design probes, i workshop di co-design ed il ruolo dei prototipi nella ricerca di design.

9. Lavazza, MC. (2108). Radical collaboration. Coinvolgere le persone nella progettazione di esperienze e servizi. Roma, I Libri della Ux University

Del libro di Maria Cristina (@mc_lavazza) abbiamo avuto modo di parlare, direttamente con lei durante uno deli ultimi Ux Book Club del 2018 proprio dedicato all’approccio e ai metodi di co-design. E poi, è uno dei primissimi volumi pubblicati dalla Ux University per cui a breve uscirà anche il mio 😉

10. Bottà, D. (2018). User eXprerience Design. Milano: Hoepli

Fresco di stampa e di presentazioni a Book City Milano presso lo IED e all’Ux Book Club di novembre, il volume ha il settimo capitolo Comprendere gli utenti e il contesto d’uso interamente dedicato alla disamina dei più diffusi metodi di ricerca.

Tre risorse sui metodi e strumenti di ricerca Human-Centered

 1. Design Kit Human-Centered design di IDEO

IDEO ha inaugurato l’uso del termine human-centered designcome ideale evoluzione e maturazione dello user-centered design.

Human-centered design is a creative approach to problem solving and the backbone of our work at IDEO.org. It’s a process that starts with the people you’re designing for and ends with new solutions that are tailor made to suit their needs. Human-centered design is all about building a deep empathy with the people you’re designing for; generating tons of ideas; building a bunch of prototypes; sharing what you’ve made with the people you’re designing for; and eventually putting your innovative new solution out in the world.

—IDEO

In particolare la metodologia è suddivisa in 3 fasi: 1) Inspiration in cui immergersi nella vita delle persone per comprenderne le necessità; 2) Ideation in cui bisogna dare un senso a ciò che si è compreso, prototipando diverse soluizioni; 3) Implementation le soluzioni si concretizzano fiano ad essere commercializzabili.

2. Kit per la PA di Designers Italia

Abbiamo già parlato del lavoro di Designers Italia grazie alla presentazione fatta questa estate. In particolare tra le linee guida, la prima è integralmente dedicata alla User research con particolare accento alla ricerca qualitativa. Anche tra i kit – gli stumenti operativi del sistema – sotto la voce capire sono raggruppati i supporti di indagine e comprensione degli utenti e delle loro esigenze.

3. Tools for taking actions della d.school di Stanford

La d.school di Stanford  promove il design come strumento di cambiamentoMake impact with design è il claim – ed i particolare nella sezione Tools for taking action
offre una serie di strumenti e l’esempio di esperienze già realizzate. Tra questi si può trovare il Design Think Bootleg, l’Inspiration Walk e molti altri.

Sostieni il Progetto Amnesia:
aiutami a far crescere la biblioteca
regalami un libro!