Tre cose di comunicazione che mi sono piaciute nel 2017

Se l’attenzione è la merce più rara nella società dell’informazione e dei social media, queste sono le tre cose di comunicazione che hanno catturato la mia, nel 2017.


La mia dieta mediale è piuttosto ricca e onnivora, ma, nel tempo, mi sono accorta che è più difficile trovare cose interessanti e non ripetitive, malgrado l’offerta sempre più vasta.
Ho provato a selezionare aree tematiche e singoli autori in Medium, ma dopo un po’ mi ritrovo i soliti consigli sul come svegliarsi alle 5 del mattino ti svolti la vita (non ne dubito, ma preferirei evitare!) di come scrivere best-seller a “botte” di 750 parole al giorno o di fantomatici trend in Ux/UI design. Behance e Dribble sono diventati luoghi affollati di pollutio estetica, in tutti i sensi. Libri e manuali si limitano ad approcciare argomenti sia culturali che pratici ad un livello non superiore a for dummies. Al contrario, le pubblicazioni accademiche sono talmente di nicchia che difficilmente trovano un riscontro nella realtà.

Così ho iniziato a fare ducluttering informativo, a disiscrivermi da newsletter che buttavo senza nemmeno aprire, a ripulire bookmark, Pocket e gli archivi di “cose da leggere”, ormai obsolete, senza che avessi sentito la necessità di andarle a rivedere pur avendole compulsivamente accumulate.

Passata la fase FoMO 1 ho cercato di capire cosa leggevo realmente, cosa aspettavo con interesse, cosa consumavo fino in fondo. Questo è, in estrema sintesi, il risultato, ovvero le tre cose di comunicazione che mi sono piaciute nel 2017.

1. UN BLOG

Il blog The Brain Pickings di Maria Popova, an inventory of meaningful life, come lei stessa lo definisce: un archivio cross-disciplinare  che abbraccia l’arte, la scienza, il design, la storia, la filosofia e altro ancora.
Una pubblicazione ricca di spunti, mai banale che, pur parlando di personaggi anche molto noti, riesce a cogliere aspetti originali e prospettive inedite.
Dagli stralci dell’ultima interivsta a Janis Joplin, alle lettere di incoraggiamento di Einstein a Marie Curie, dall’erbario di Emilie Dickinson, ai consigli agli scrittori di Susan Sontag il blog propone punti di vista nuovi sul mondo della cultura nella sua accezione più ampia.
La donazione per sostenere questo progetto, anche solo una tantum, è un dovere intellettuale! 😉

The Brain Pickings di Maria Popova
The Brain Pickings di Maria Popova

2. UNA NEWSETTER

La newsletter di Austin Kleon. Diventato famoso grazie ai libri Steal like an artist (tradotto in Italia da Vallardi) e Show your work, Kleon, che si definisce uno scrittore che disegna, invia la sua newsletter ogni venerdì.
È l’unica che attendo e leggo dall’inizio alla fine, perdendomi nelle suggestioni e nei rimandi dei link di cui è ricchissima. I temi spaziano dall’amore per i dizionari cartacei a come fare un sonnellino, dal come non pagare la wi-fi alle 3 regole di vita di Laurie Anderson e Lou Reed. Il tutto illustrato dalle pagine dei suoi taccuini, dai collage fotografici o da scritte ottenute con il caviardage 2.

Schizzi dai taccuini di Austin Kleon
Austin Kleon’s Scraps, 28 dicembre 2017

3. UN PODCAST

Infine il podcast Merita.biz di Giorgio Minguzzi, con il contributo di Giada Centofanti, scoperto durante il Freelancecamp di quest’anno.

Se il 2017 doveva essere l’anno dei video – come confermato da svariati guru, dalle nuove funzioni di diretta di Facebook e dalla crescita di Youtube – il podcast, personalmente, mi sembra un ottimo strumento per approfondire argomenti, scoprirne di nuovi, aggiornarsi, sfruttando i tempi morti. Il canale audio permette. infatti, di seguire i contenuti, mentre stai facendo attività di routine, a bassa attenzione o nei tempi di spostamento, in cui puoi avere le mani impegnate, ma le orecchie e la mente libere. Nel caso, poi, si possono rileggere testi, link e riferimenti nella trascrizione del blog.

Il podcast è orientato all’uso di internet, in senso lato, per il business soprattutto nel mondo delle PMI e dei liberi professionisti. Temi concreti e ampi, spesso raccontati con il contributo di esperti italiani di settore, che, nella forma di una chiacchierata spiegano concetti, problematiche e potenzialità delle diverse tecnologie e pratiche, anche ostiche, come le nuova regole sulla privacy imposte dall’Europa dell’ultima puntata del 2017.


E a voi? Cosa è piaciuto?


 

  1. Fear of missing out
  2. Tecnica artistica resa famosa da Emilio Isgrò che nel 1962 scriveva, al termine di una revisionedi bozze “Un mare di cancellature, il cui peso era più forte delle parole”

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