Le Pleiadi. Sette protagoniste della storia del design digitale

L’articolo, scritto per il n. 8 Gli anni del contatto: graphic design, nuove tecnologie e nuovi media della rivista scientifica A/I/S Design. Storia e ricerche, propone un breve percorso storico sull’evoluzione del design digitale interpretandolo secondo una prospettiva di genere.


UNA PROSPETTIVA STORICA SUL DESIGN DIGITALE

Le Pleiadi: una prospettiva storica sulla costellazione delle protagoniste della rivoluzione tecnologica e del design digitale parte dall’indagine storica sul rapporto tra tecnologie informatiche e design, individuando sette figure femminili – teoriche, professioniste, designer, artiste, ricercatrici, formatrici e docenti – archetipiche e rappresentative dei molti ambiti, disciplinari e metodologici, che conflusicono nel cosiddetto design digitale.

Il testo segue due differenti riflessioni di ricerca.
La prospettiva storica nasce dalla necessità di ripercorrere l’evoluzione dei new media, prima che ne svaniscano le tracce a causa dell’inedita ed effimera natura delle fonti documentali. Si tratta, infatti, di siti non più on line; di articoli e post presenti in rete, ma difficilmente trovabili nel flusso continuo delle informazioni e nella deindicizzazione dei motori di ricerca; di blog vivi e in progress che rischiano una sorta di involontaria falsificazione; di copie digitali di cui si è perso l’originale; di file e dati esistenti, ma non più accessibili o di carteggi via mail che rischiano di scomparire nel tempo.

La prospettiva di genere è emersa, invece, come chiave di lettura privilegiata all’interno di un panorama culturale e professionale, quello delle tecnologie, del design e del digitale che continua ad avere un rapporto ambiguo con le donne, il loro contributo, la loro presenza.

DONNE E TECNOLOGIA

Ormai è stato riconosciuto che alla base della programmazione ci sia l’intuizione di Ada Lovelace, cioè il primo algoritmo scritto per essere elaborato dalla macchina analitica di Babbage o il contributo di Margaret Hamilton, capo del gruppo del MIT che scrisse il codice della missione Apollo, tuttavia, la storia delle donne che hanno lavorato nel mondo delle STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), delle tecnologie informatiche e nella progettazione dei media digitali è ancora poco conosciuta, poco valorizzata, o, forse, nemmeno ancora scritta.
Basta guardare le fotografie che commemorano i gruppi di progetto, come quelle del Macintosh software team della Apple in cui le donne, come Johanna Hoffman, Rony Sebok, Susan Kare o Patti Kenyon, sono presenti e confrontarle con le narrazioni degli anni pionierisitici della rivoluzione tecnologica e digitale in cui, per lo più, scompaiono.

Il Macintosh software team nel 1984, l'immagine tratta dal sito Folklore.org
Il Macintosh software team nel 1984. Nella foto compaiono Rony Sebok, Susan Kare e Patti (con la piccola Tracy 😉 ) Kenyon. L’immagine è tratta dal sito Folklore.org curato da Andy Hertzfeld

SETTE PROTAGONISTE DEL DIGITAL DESIGN

Nel percorso storiografico ho cercato di identificato figure femminili archetipiche che rappresentassero il punto di contatto tra cultura progettuale e mondi digitali, ciascuna a presidiare un’area specifica:

  • Brenda Laurel (interactio design) che pone con l’opera di ricerca le basi del concetto contemporaneo di interazione uomo-computer con il testo Computer as a theatre pubblicato nel 1991.
  • Laurie Anderson (performace multimodali), sperimentatrice di linguaggi sonori e performance multimodali; autrice di United States (1979-1983), capace di mixare musica, interazione e tecnologia sul palco e di creare una sorta di Gesamtkunstwerk elettronica.
  • Susan Kare (visual design), la grafica a cui dobbiamo la metafora del desktop e le icone che la popolano, capostipite del graphical design applicato all’interfacce utente (GUI) e ideatrice dei primi caratteri digitali – Elephont, Chicago etc – con una qualità tipografica.
  • Amy Franceschini (digital art), artista e web designer protagonista della prima generazione di internet e della scena intellettuale di San Francisco e della Silicon Valley.
  • Lynda Weinman (web design), punto di riferimento per la formazione del design dei new media e per l’apprendimento permanente ora anch ein altri settori del sigitale e del mercato della nwe economy grazia all’acquisizione di LinkedIn.
  • Molly E. Holzschlag (web building), promotrice degli open-web standard e evangelist dell’approccio web building volto a intergare le attività di sviluppo dei programmatori e di rogettazione dei designer.
  • Sherry Turkle (virtual/social identity), acuta e critica osservatrice dell’impatto dei media digitali e del virtuale sulla vita sociale e sulla singola identità delle persone.

Leggi/cita l’articolo:
Bollini, L. (2016, ottobre). Le Pleiadi: una prospettiva storica sulla costellazione delle protagoniste della rivoluzione tecnologica e del design digitale. A/I/S Design. Storia e Ricerche, 8

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