Honor Harger: arte, scienza e tecnologia a MMG

Honor Harger (@honorharger), curatrice dell’ArtScience Museum di Singapore, racconta l’incontro tra arte, scienza e tecnologia al penultimo Meet the Media Guru prima della pausa estiva.


Honor Harger, artista e tecnologa, cura dal 2014 l’ArtScience Museum di Singapore, in cui arte, scienza e tecnologia si fondo per generare una riflessione culturale sull’impatto che le tecnologie digitali hanno nella trasformazioni sociali e ambientali.

L’intervento è diviso in tre tappe che, da un lato, ripercorronono la sua esperienza personale e, dall’altro, rappresentano altrettanti spunti di riflessione sulla contemporaneità.
La metafora del viaggio ben rappresenta il percorso di Honor Harger: dalla Nuova Zelanda, infatti, si trafersisce e si occupa di cultura digitale prima curando l’AV Festival, poi alla LightHouse di Brighton, per passare poi al festival Transmediale di Berlino e “finire” a dirigere il museo di Singapore.

1. Futuro/Future

This shimmerign space where  imagination and reality intersect. This is where all love and tears and joy exist. This is the place. This is where we live

—Nick Cave

Il futuro è rappresentato dall’attività dell’ArtScience Museum in cui, in un ambiente futuristico e connesso con l’ambiente naturale della baia circostante, si alternano le mostre e le esperienze espositive caratterizzate da un forte coinvolgimento del pubblico.

Tra le tematiche toccate si va dal Leonardo da Vinci dei codici conservati presso l’Ambrosiana, al recente anniversario dello sbarco dell’uomo sulla luna, per toccare temi complessi come la proprietà dei dati personali ed i conseguenti problemi etici, o le installazioni di TeamLab, un collettivo di artisti, che con le sue installazioni sensoriali ad alta tecnologica visualizza e rende tangibile in tutta la sua drammaticià il climate change1.

 

2. Spazio/Space

La seconda tappa si focalizza sull’idea di trasformare in un’idea visibile, in un’esperienza concreta le frequenze acustiche provenienti dallo spazio.

Il progetto Acustic Space Lab ha coinvolta Harger, a cavallo del 2001, nell’esplorazione e nella trasformazione di segnali ed onde siderali –una sorta di rumore di fondo dello spazio – captati tramite radiotelescopi dismessi in suoni e luce.
Il risultato dell’esplorazione è da un lato la sonification dei dati della registrazione sul campo, ma anche tramite le sonde – come Galileo al passaggio vicino a Giove – e dall’altro il rendere tangibile le ferquenze sonore udibili capatate.

3. Casa/Home

Ed infine, Into the wild un’esperienza immersiva in grado di sollecitare e creare una connessione emotiva tra arte, scienza e le tematiche di sostenibilità ambientale. Realizzata grazie alla partnership con il WWF e con il supporto di Google l’installazione crea un legame concreto tra le azioni fatte all’interno dello spazio virtuale e la foresta pluviale indonesiana. Lo scopo non è quello di aumentare la relatà, tramite la tecnologia, bensì di migliorarla. Infatti per ogni albero virtuale pianatato durante la visita al museo, il progetto prevede che ne venga piantato uno reale creando così una possibile interseazione tra i due mondi, tra la realtà e un mondo possibile.


Per approfondire:

  1. qui vi riporto il video dell’installazione al Kaikai Kiki Gallery di Taipei perché completa e migliore rispetto allo spezzone disponibile in rete del museo di Singapore

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