Libri di comunicazione e digital design che ho letto nel 2018

Qui è dove vi elenco i libri di comunicazione, architettura e digital designvisual, interaction, user experience, interface design, information architecture – che ho ri/letto nel 2018. Per le recensioni dei singoli libri, invece, vi rimando alle schede fatte per il Progetto Amnesia on line da settembre 😉


I libri di comunicazione e digital design che ho scelto non sono necessariamente recentissimi, ma seguono il percorso che ho fatto quest’anno tra ricerca, curiosità, ripassi e nuove uscite. Ovviamente l’etichetta è un po’ riduttiva: con comunicazione cerco di racchiudere tutto il mondo della grafica, data visualization, visual, cercando di esplorare sia gli aspetti teorici che progettuali. Più fumosa l’idea di digital design sotto cui si accorpano fenomeni molto ampi, Il denominatore comune è la natura digitale, non tanto come opposto ad analogico, ma, piuttosto, come tecnologico/interattivo/online/virtuale.

In generale, comunque, si tratta di libri che hanno a che fare con il progetto nelle sue tante sfumature, la sua cultura e la sua trasversalità disciplinare.

Vi risparmio – perché a Natale siamo tutti più buoni – tutte le pubblicazioni strettamente scientifiche!


  • Movshovitz, D. (2015). Pixar storytelling. Rules for effective storytelling based on Pixar’s greatest film. Bloop Animation

    Su questo ho scritto anche un post – Pixar e lo storytelling raccontato da chi lo sa fare – visto che lo storytelling è un tema estremamente di moda negli ultimi tempi…

  • Falcinelli, R. (Ed.) (2011). Fare i libri. Dieci anni di grafica in casa editrice Roma: Minimum Fax

    Insieme a Farsi un libro. Propedeutica dell’autoproduzione: orientamenti e spunti per un’impresa consapevole. O per una serena rinuncia di Bandinelli & Lussu e a Indie Publishing: How to Design and Produce Your Own Book di Ellen Lupton è uno dei volumi che riprendo volentieri in mano quando incomincio a fare la programmazione didattica per il corso di Visual Design a Bicocca.

  • Spencer, D. (2011). Information architecture. 3rd ed. Five Simple Steps

    Ho ripreso questo libro per preparare il workshop del WIAD di Trento 2018 anche perché è uno dei più articolati rispetto all’architettura dell’informazione, insieme con i più classici Informationa Architecture for the www (4a ed.) di Morville, Resenfeld & Jarango e a Pervasive Information Architecture: Designing Cross di Rosati & Resmini

  • Tomasin, L. (2017). L’impronta digitale. Cultura umanistica e tecnologia. Roma: Carrocci Editore

  • Mantellini, M. (2018). Bassa risoluzione. Torino: Einaudi

    I due testi – questo e quello di Tomasin – offorndo un interessenate spaccato critico sulla pervasività, l’impatto e il significato che il digitale ha acquisito nelle nostre vite. Riflessioni profonde che offrono una chiave interpretativa e di lettura ad un mondo sempre più veloce che ha scelto la tecnologia come panacea di tutti i mali…

  • Vignelli, M. (2010). The Vignelli Canon, Baden: Lars Muller Publishers

    Un volumetto densissimo in cui Vignelli distilla, organizza e condivide i principi che hanno guidato la sua carriera progettuale. Sempre bella la dedica introduttiva alla moglie Lella, compagna di vita e di professione.

  • Mastandrea, S. (2017). Psicologia della percezione. Roma: Carocci editore

    Un libro uscito recentemente sulla percezione da integrare con i classici come Arte e Percezione o il Pensiero visivo di Arnheim

  • Brand, W. (2017). Visual thinking. Empowering people & organizations through visual collaboration. Amsterdam: BIS Publishers

    Uno dei testi, insieme a Graphic design thinking della Lupton e The Idea Shapers: The Power of Putting Your Thinking Into Your Own Hands Brandy Agerback che mi sono piaciuto sull’uso del visual come strumento di concettualizzazione e condivisione progettuale

  • Massironi, M. (2009). La dinamica dell’oggetto visivo. Padova: Umberto Allemandi & C.

    Catalogo della mostra tenutasi a Padova presso la Galleria Civica Cavour sull’opera progettuale e non solo teorica di Massironi

  • Eco, M. (2017). Dall’albero al labirintoStudi storici sul segno e l’interpretazione. Milano: La nave di Teseo.

    Difficile, ovviamente, commentare un volume di Eco senza ricschiare di fare la figura dell’imbecille da social media da lui tanto deprecati… quindi mi limito a consigliarvene la lettura 😉

  • Montagna, L. (2018). Realtà virtuale e realtà aumentata. Milano: Hoepli

  • Frost, B. (2016). Atomic design.

  • Bonsiepe, G. (1994). Dall’oggetto all’interfaccia. Mutazioni del design. Felrinelli: Milano.

    A quasi 25 anni dalla sua pubblicazione nella traduzione italiana, un libro che pone al centro l’interfaccia come passaggio fondamentale del processo evolutivo del design tra modernità e informatica. Tutto è nato dalla call di AIS/Design sulla rilettura dei classici e delle storie del design.

  • Bertin , J. (1967). Sémiologie graphique. Les diagrammes, les réseaux, les cartes. Paris: La Haye, Mouton, Gauthier-Villars.

    Un classico per chi vuole capire la nascita e la concettualizzazione del mondo della infografica/data visualization.

  • Hay, S. (2013). Responsive Design Forkflow. San Francisco: New Riders

  • Coupland, D. (2011). Marchall McLhuan. Milano: ISBN Edizioni.

    Una biografia con un taglio originale e dissacrante che guarda all’autore e all’uomo e, svelando quest’ultimo, fa comprendere il primo.

  • Manovich, L. (2010). Sofware culture. Milano: Olivares

  • Lanier, J. (2018). Dieci ragioni per cancellare subito i tuoi social account. Milano: Il Saggiatre.

    Letto metre emergevano i vari scandali che hanno coinvolto Facebook e la sua svendita di dati sotto banco ad altri big digitali come Amazon, Apple o Netflix è un libro che fa prendere consapevolezza di cose che già sappiamo, ma che forse non siamo ancora in grado di ammettere a proposito dei nostri dati e delle nostre relazioni interpersonali. Lo spunto di riflessione più interessante, tuttavia, è sulla pretesa gratuità dei servizi e delle piattaforme digitali e sulle conseguenze negativa di un’idela apprezzabile come l’open source.

  • Augé M. (2018). Cuori allo Schermo. Vincere la solitudine dell’ipm digitale. Milano: Piemme

  • Beaird, J. (2011). Web design per creativi, grafici, sviluppatori. Milano: Apogeo.

    Libro di taglio pratico e veloce su quello che un tempo si chiamava web design e che adesso non si sa più esattamente come definire. ripreso nella speranza di poter dare uno strumento agli studenti di TTC, mi ha invece fatto capire, se ce ne fosse ancora bisogno, come, in questo ambito bisognerebbe completamente disgiungere gli aspetti di tipo teorico e i principi progettuali, dalla loro implementazione pratico-operativa. I secondi passano, i primi restano!

  • Baricco (2018). The Game. Torino: Einaudi.

    A dodici anni di distanza da I barbari B. torna con un’analisi profonda del nostro rapporto con la modernità e le tecnologie.

  • Lavazza, MC (2018). Radical collaboration. Roma: I libri della Ux University.

    Seconda pubblicazione della Ux University, MC ce lo ha raccontato allo Ux Book Club di Milano: qui la sintesi della serata.

  • Bottà, D. (2018). User eXperience Design. Milano: Hoepli.

    Con D. durante la tappa di Book City Milano allo IED abbiamo avuto modo di dialogare del suo libro e del ruolo dello Ux Design/er nel contesto di un mondo digitale e non che ponga al centro del progetto le persone.

  • Kholmatova A. (2017). Design Systems. Smashing Press.

    Il libro è diviso in due parti: la prima teorica e la seconda applicativa e, insieme ad Atomic design di Frost, rappresenta uno dei trend più significativi dell’ultimo anno per quanto riguarda la progettazione, sviluppo e manutenzione di un sistema digitale.

  • Clayton, E. (2014). Il filo d’oro. Storia della scrittura. Torino: Bollati Boringhieri.

    Clayton è stato uno degli ospiti della Kerning Conference di quest’anno e pur non essendo recentissimo il libro, la sua appassionata “difesa” della scrittura come forma di costruzione sociale e come tecnologia cognitiva mi ha incuriosito al punto di andarmi a cercare il volume. Tradotto in italiano un anno dopo la pubblicazione, il libro propone una  storia della scrittura che va dalle origini alle tecnologie attuali letta trasversalmente come forma e strumento di cultura.

E voi? Cosa avete letto? Suggerimenti? 🙂

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